Velkommen til Cefalù – og inn i livet til Giuseppe
Tekst: Thea Marie Dolva
Dette er historien om Giuseppe, en mann som starter dagen med bølgeskvulp, lett trim - og litt Raffaella Carrà!
Sammen med kona driver han en osteria i Cefalù på Sicilia, der dørene åpnes med et smil og råvarene er ferskplukket.
Vi møter ham en tidlig vårmorgen, mens byen fortsatt er stille og gatene tomme for turister.
Dette er før kaoset og de hete sommerdagene der arbeidet nesten ingen ende tar …
Det er en fortelling om rytmen i livet – om mat, kjærlighet, minner, og om å holde noe i live som har vært der i generasjoner.
Bli med inn i osteriaen, ned til stranden og tilbake til barndommen!
Tekst og audio: Thea Marie Dolva
Deler egne tekster som spenner fra sterke minner i Bologna, Roma, Firenze, Napoli, Sicilia og Calabria – til ren fiksjon skrevet på lettlest italiensk med kjærlighet for språket.

Slik fungerer det:
Du scroller nedover siden og åpner hver audio samtidig som du leser teksten på italiensk.
Vil du også ha hele historien med italiensk tekst, norsk oversettelse lagd som nyttig arbeidsbok hvordan du kan gjøre notater for å lære enda mer? (den passer best for deg som er litt øvet)
Last ned arbeidsbokenL’osteria a Cefalù
Mi sveglio perché mia moglie russa. È sdraiata sulla schiena e respira profondamente come un gatto che dorme. Guardo l’orologio. Sono quasi le sette. Perfetto. Ho tempo per fare un po’ di allenamento prima che cominci la giornata.
Mi alzo, ed entro in salotto. Il mare brilla di turchese fuori dalla finestra, come sempre in questo periodo dell’anno. È primavera a Cefalù, e la città si sta svegliando.

Metto su Spotify e scelgo una canzone di Raffaella Carrà, la mia artista preferita per fare ginnastica.
Mi piego in avanti e lascio le mani cadere verso il pavimento. Il sangue scende alla testa.
Poi mi raddrizzo lentamente, prendo i miei pesi e li sollevo su e giù. Mi fa bene. Sto sempre troppo tempo dietro al bancone.
– Buongiorno, amore.
Mia moglie appare alla porta, con i capelli spettinati e gli occhi ancora chiusi a metà.
– Caffè?
– Sì, volentieri.
La sento muoversi in cucina mentre finisco l’allenamento. Poi corro sotto la doccia. Mi sento leggero. La giornata può cominciare.

– Buongiorno, Giuseppe!
– Buongiorno, Pietro! Tutto bene?
– Non mi lamento. Ecco le melanzane!
Giuseppe coltiva le verdure per noi. Intorno a Cefalù la terra è fertile.
Il clima della zona è mite e secco: il sole splende quasi tutto l’anno, ma la brezza marina rinfresca l’aria.
È perfetto per coltivare pomodori, melanzane, zucchine, peperoni e capperi. Abbiamo tutto quello che ci serve per fare una vera caponata siciliana. I clienti la adorano.

Ora la città è ancora tranquilla. Ci sono solo italiani, e qualche tedesco. Ma presto arriveranno gli altri. A luglio esplode tutto.
Lavoriamo dalla mattina fino a notte e dormiamo solo poche ore. È una vita dura, qualcuno direbbe. Ma io non la cambierei per niente al mondo.
Cefalù è una piccola cittadina sulla costa nord della Sicilia. Ha una delle cattedrali più antiche dell’isola e vicoli stretti che seguono le vecchie mura arabe.
Ci sono pescatori, turisti e nonne che cuciono all’ombra. La sera le strade si riempiono di voci, profumo di pesce alla griglia e risate.

Historien fortsetter undenfor, men la meg spørre: Hva synes du så langt? Tror du at det kan hjelpe deg å lære italiensk?
Les merI tavoli si riempiono. Mia moglie cammina tra i tavoli con il suo vestito blu. Ha un collo sottile e mani eleganti. Sorride, ride, fa sentire tutti a casa.
Un uomo con un cappellino mette la testa dentro la porta.
– Pizza?
– No, no pizza, dico io. Osteria. Wine bar. Piattini. Vino buono. Pizzeria? Là in fondo, da Paolo.
Indico la strada. Lui annuisce e se ne va.
Succede ogni giorno.

Chiudiamo per un po’. Vado in spiaggia. La sabbia è calda e morbida sotto i piedi.
Sulla spiaggia principale ci sono tante persone. Ma io conosco un posto più lontano, dietro le rocce, dove regna il silenzio.
Mi siedo all’ombra. Guardo il mare. Sento l’odore del sale e delle pietre calde. Mi ricorda l’infanzia.
Qui sedevo spesso con mio padre, quando ero piccolo. Lui gestiva l’osteria prima di me.
Sento la sua voce quando taglio la cipolla, quando preparo la lista dei vini, quando dico "benvenuto" a un cliente.
Nel mio piccolo locale, con la porta blu e quattro tavoli fuori, serviamo vino e caponata, con la musica bassa che esce da un altoparlante nell’angolo.
Questa è la mia vita. E la amo.
