Hvordan føles det å vokse opp i en søvnig landsby i Sør-Italia – og å forlate det?

I denne fortellingen tar Antonella oss med til Bitetto, hennes barndomsby i Puglia, ikke langt fra Bari. 

Det er et sted der morgener begynner hos frukt- og brødselgere, der kvinnene samles på stoler utenfor husene sine om kvelden, og der en stille middelalderkirke utenfor sentrum kan sende deg bakover i tid – om du bare myser litt med øynene.

Men tiden står ikke stille, selv ikke i Bitetto.

Dette er en fortelling om røtter, forandring og lengsel, og om det merkelige ved å komme tilbake til et sted som har formet deg – og innse at livet ditt nå finnes et annet sted.

Tekst og audio: Antonella Lettieri

Fra vakre Puglia deler jeg personlige historier. Bli med inn i et hverdagsliv preget av litteratur og språkglede.

Slik fungerer det:


Du scroller nedover siden og åpner hver audio samtidig som du leser teksten på italiensk. 

Vil du også ha hele historien med italiensk tekst, norsk oversettelse lagd som nyttig arbeidsbok hvordan du kan gjøre notater for å lære enda mer? (den passer best for deg som er litt øvet) 

Last ned arbeidsboken
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Il mio paese natale

Ciao, sono Antonella e sono cresciuta in un piccolo paese in Puglia che si chiama Bitetto.

Bitetto si trova a circa 15 km da Bari, che è il capoluogo di provincia e anche il capoluogo della regione.

Come molti altri paesini nella zona, Bitetto ha una lunga storia: come paese esiste all’incirca dall’anno 1000, ma sono stati trovati diversi resti archeologici che risalgono all’epoca romana, greca e addirittura a civiltà ancora precedenti.

Del 2
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Bitetto ha un grazioso centro storico il cui fiore all’occhiello è una bella cattedrale in stile romanico, che è l’architettura tipica per la Puglia nel Medioevo. 

Il mio edificio storico preferito, però, è la chiesa di Santa Maria La Veterana, una piccola chiesa ancora consacrata che si trova fuori dal centro storico ed è probabilmente l’edificio più antico ancora esistente nel paese. 

Quello che mi piace di più di questa chiesetta silenziosa e tranquilla è il fatto che, se socchiudo gli occhi, riesco quasi a convincermi di aver viaggiato indietro nel tempo, fino a tornare al Medioevo. 

Mi piace molto anche la piazzetta di fronte alla chiesa, con le varie case affacciate su una corte comune: mi fa pensare alla vita, dura ma comunitaria, della società contadina che ci ha preceduto e che non esiste più.

Del 3
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La vita quotidiana tende a essere molto tranquilla, a Bitetto.

Di mattina, le strade sono affollate di gente che va a fare la spesa o a sbrigare varie commissioni.

Chi ha tempo, preferisce andare dal fruttivendolo, dal macellaio e dal panettiere piuttosto che comprare tutto dai grandi supermercati.

Il giorno più vivace di tutti è il martedì, quando c’è il mercato settimanale, che mia madre chiama la “festa delle casalinghe”.

Del 4
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Verso l’una, il paese tende a ritirarsi nell’intimità delle proprie case, soprattutto in estate, quando il caldo può diventare davvero insopportabile.

La gente allora torna a casa per pranzare e, se ne ha il tempo, anche fare un pisolino. Il paese si rianima poi a partire dalle cinque del pomeriggio, quando riaprono i negozi.

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In inverno, in genere c’è poca gente in giro la sera, mentre in estate il paese è più vivace.

Un ricordo molto nitido che ho delle estati della mia infanzia, e che ancora permane in una certa misura, è la vista di gruppetti di signore anziane che siedono, ciascuna sulla propria sedia portata da casa, di fronte al portone di una vicina a chiacchierare, spettegolare e “prendere il fresco”.

Historien fortsetter undenfor, men la meg spørre: Hva synes du så langt? Tror du at det kan hjelpe deg å lære italiensk? 

Les mer
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In genere, Bitetto è un paese abbastanza sonnolento, ma si desta dal suo torpore in occasione delle feste.

E, come piace scherzare a noi bitettesi, a Bitetto è festa un giorno sì e l’altro pure.

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Ci sono tre feste patronali: quella del Beato Giacomo ad aprile e poi quelle di Maria Addolorata e di San Michele Arcangelo a settembre.

Poi ci sono due fiere, il carnevale, il mercato medievale, il corteo storico, la notte di San Giovanni, la sagra delle olive e il presepe vivente. Quindi sì, a Bitetto è quasi sempre festa!

Del 8
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Io sono cresciuta a Bitetto, ma sono ormai oltre vent’anni che non vivo più lì.

A diciannove anni sono andata a vivere a Bologna per studiare all’università e poi a ventotto anni mi sono trasferita a Londra, dove vivo tutt’ora.

Torno spesso a Bitetto, però, soprattutto per far visita ai miei genitori, ai miei zii e alla mia nonna che vivono ancora tutti lì. 

Tornare è sempre un po’ strano: da una parte, è il luogo che mi sembra di conoscere meglio, e a cui mi sembra di appartenere più che in nessun altro posto al mondo. 

La realtà, però, è che la mia vita quotidiana non si svolge più lì da molto tempo, e che le cose cambiano in fretta anche in paesino sonnolento del sud Italia.

Non è una cosa bella e non è una cosa brutta: semplicemente, è quello che capita a chi decide di andare.

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